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SNL SPORT LAW AND MANAGEMENT - Il blog ufficiale del Corso di Laurea Unisalento in Diritto e Management dello Sport

lunedì 31 gennaio 2022

Istruttori dilettanti ed obblighi previdenziali. Non sempre .... Intervento di Domenico Zinnari *

Sono state pubblicate nell’arco  di poco più di trenta giorni una serie di Sentenze della Sezione Lavoro della Suprema Corte di Cassazione  (Sentenze n. 41397/2021; 41467/2021; 41418/2021; 41419/2021; 41420/2021; 41468/2021; 41570/2021; 41729/2021; 175/2022; 177/2022; 952/2022; 953/2022; 954/2022). che, con motivazioni sostanzialmente omologhe nell’impianto,  affrontano la vexata quaestio della soggezione a contribuzione previdenziale dei rapporti tra istruttori e società o associazioni  sportive dilettantistiche.

In particolare le su menzionate pronunce  offrono una articolata riflessione, preceduta da ampio excursus  in ordine all’evoluzione normativa in subiecta materia, circa i limiti di applicazione della previsione contenuta nell'art. 67 TUIR, primo comma lettera m) e dei suoi effetti eccettuativi anche rispetto all’ obbligo contributivo previdenziale.

Secondo la Suprema Corte difatti:” non risultano soggette agli obblighi predetti le prestazioni, se compensate nei limiti monetari di cui all'art. 69 TUIR, relative alla formazione, alla didattica, alla preparazione ed all'assistenza all'attività sportiva dilettantistica (art. 35, comma 5, D.L. n. 207/2008 conv. in L. n. 14 del 2009) a condizione che chi invoca l'esenzione, con accertamento rimesso al giudice di merito, dimostri che:

  • le prestazioni rese non siano compensate in relazione all'attività di offerta del servizio sportivo svolta da lavoratori autonomi o da imprese commerciali o da società in nome collettivo e in accomandita semplice, né in relazione alla qualità di lavoratore dipendente assunta dal prestatore (art. 67 primo comma TUIR);
  • tali prestazioni siano rese in favore di associazioni o società che non solo risultano qualificate come dilettantistiche, ma che in concreto posseggono tale requisito di natura sostanziale, ossia svolgono effettivamente l'attività senza fine di lucro e, quindi, operano concretamente in modo conforme a quanto indicato nelle clausole dell'atto costitutivo e dello statuto, il cui onere probatorio ricade sulla parte contribuente, e non può ritenersi soddisfatto dal dato del tutto neutrale dell'affiliazione ad una federazione sportiva o al CONI; 
  • le prestazioni siano rese nell'esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche e cioè che siano rese in ragione del vincolo associativo esistente tra il prestatore e l'associazione o società dilettantistica, restando esclusa la possibilità che si tratti di prestazioni collegate all'assunzione di un distinto obbligo personale; 
  • il soggetto che rende la prestazione e riceve il compenso non svolga tale attività con carattere di professionalità e cioè in corrispondenza all' arte o professione abitualmente esercitata anche se in modo non esclusivo (art. 53 TUIR). Le pronunce, che pure paiono superare talune posizioni.”

Ai link di seguito indicati tre  delle tredici sentenze.

http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20211223/snciv@sL0@a2021@n41397@tS.clean.pdf

http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20211224/snciv@sL0@a2021@n41467@tS.clean.pdf

http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20211227/snciv@sL0@a2021@n41570@tS.clean.pdf

 

*Avvocato Domenico Zinnari (nella foto sotto) del Foro di Lecce esperto di Diritto Sportivo

 


domenica 23 gennaio 2022

Un interessante raffronto tra le forme di sostegno alle società sportive da parte degli Stati europei. Gli aiuti possono incidere sulla competitività tra le società professionistiche più blasonate? Introduzione a cura di Luigi Melica e intervento di Ubaldo Villani-Lubelli* dal titolo Gli aiuti (generosi) allo sport in Germania

Introduzione di Luigi Melica

La pandemia ha certamente afflitto l’industria europea. In alcuni comparti i danni subìti non solo sono evidenti, ma sono anche facilmente calcolabili: è sufficiente, infatti, parametrare i mancati ricavi a quelli ottenuti negli anni antecedenti e verificare se e quanto siano diminuite le spese “vive” sostenute annualmente.   Dal dato finale, si ricava l’ammontare che permetterebbe ad un’azienda di evitare il fallimento, o comunque per avere una ripresa senza affanni. Un’operazione molto simile può essere effettuata nello sport agonistico, dilettantistico e soprattutto professionistico. Nelle schede che seguono si analizzeranno gli aiuti erogati dai rispettivi Governi a favore delle società sportive professionistiche avuta contezza delle mancate entrate derivanti dalle restrizioni agli ingressi negli stadi o nei palazzetti dello sport, ovunque applicate a causa della pandemia. Da questo raffronto si può quindi evincere il grado di interesse ed importanza dato allo sport in un dato Paese nel presente momento storico. Non solo, ma sul fronte dello sport professionistico, emerge un altro dato, ossia che gli aiuti statali incidono anche sulla concorrenza tra le squadre europee che competono nei diversi tornei internazionali. Non è infatti azzardato affermare che quanto più un Governo sostiene una società sportiva professionistica a recuperare i mancati ricavi causati dalla pandemia, tanto più esso incide anche sulla loro competitività nei tornei europei.

Fatta questa premessa, colpiscono gli 8 miliardi di euro messi a disposizione dal Governo francese, di cui addirittura 1 miliardo stanziati per il calcio professionistico, somme a loro volta ripartite tra prestiti, tasse cancellate e somme erogate a fondo perduto. Complessivamente, il Governo francese ha compensato i mancati introiti dovuti alla limitazione degli ingressi del pubblico, addirittura sino al 70%.  Non molto inferiore è l’aiuto dato dal Governo della Confederazione svizzera nella quale, per compensare le perdite derivanti dalle restrizioni agli ingressi per gli sport di squadra a livello professionistico e semiprofessionistico, nel 2022, si sono stanziati 235 milioni di euro da erogare come prestiti e 115 milioni a fondo perduto, mentre nel 2021 erano stati stanziati 100 milioni in prestiti e 75 a fondo perduto.

Nelle pagine che seguono, Alessandra Dell’Aquila ed Ubaldo Villani offriranno un quadro esauriente sugli aiuti stanziati rispettivamente dai Governi inglese e tedesco. I dati che emergono sono davvero eloquenti e contribuiscono a chiarire al lettore l’attenzione data allo sport dai diversi Governi europei. 


Intervento di Ubaldo Villani-Lubelli* (nella foto sotto) - Gli aiuti (generosi) allo sport in Germania

Come in altri Paesi europei, anche in Germania la pandemia da Covid-19 ha posto il problema dei mancati introiti dovuti alla sospensione delle attività sportive o allo svolgimento degli eventi senza spettatori o a capienza ridotta. I governi nazionali dei singoli Stati europei hanno sostenuto lo sport professionistico con misure di sostegno spesso molto rilevanti. È questo il caso della Germania dove il governo federale ha istituito numerosi programmi di aiuto economico durante la pandemia.

I club e le imprese sportive che hanno dimostrato perdite finanziarie dovute alla crisi economica causata dalla pandemia hanno ricevuto (e sarà così probabilmente anche nel 2022) aiuti dallo stato sia nel 2020 sia nel 2021 per una somma complessiva di circa 150 milioni di euro.

Non è stato solo il calcio a beneficiare di questi ristori e non è stato neanche il settore che ha ricevuto i maggiori sostegni economici in quanto da questi programmi erano escluse le squadra della prima e seconda Bundesliga maschile (corrispondenti alla Serie A e B italiane).

Nel 2020, il governo federale ha distribuito oltre 64 milioni di euro a 17 diversi settori sportivi professionistici e semi-professionistici. Nello specifico i maggiori beneficiari sono stati i club di hockey su ghiaccio con oltre 23 milioni di euro, seguiti dai club di pallamano con 16 milioni di euro e dal basket con quasi 14 milioni di euro. I club di calcio sono al quarto posto con sovvenzioni di 13 milioni di euro dalle casse dello Stato. Ma la lista del ministero include anche sport minori come il football americano con circa 1,8 milioni di euro, la pallavolo con 1.2 milioni di euro, lo sci (250.000 euro), il tennis tavolo (sport molto amato e seguito in Germania) con 148.000 euro fino ad arrivare al wrestling con 109.458 euro o, infine, il baseball con 26.572 euro.

Lo sport è stato sovvenzionato e sostenuto anche 2021 con un cifra di circa 80 milioni di euro per 14 sport differenti. Rispetto al 2020 alcune federazioni sportive non hanno fatto richiesta di sostegni come ad esempio il badminton, il tennis o l’hockey su pista. Anche nel 2021 il maggiore beneficiario è stato l’hockey su ghiaccio con quasi 25 milioni di euro, seguito, come nel 2020, dalla pallamano (oltre 20 milioni di euro) e dal Basket (quasi 16 milioni di euro). Anche in questo caso il calcio è al quarto posto con oltre 12 milioni di euro.

Come si evince chiaramente dalla tabella ministeriale lo sport, nel suo complesso, è stato sostenuto adeguatamente dal governo tedesco in tutte le sue componenti e che denota un’autentica cultura sportiva non settoriale.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ubaldo Villani-Lubelli

 

Un interessante raffronto tra le forme di sostegno alle società sportive da parte degli Stati europei. Gli aiuti possono incidere sulla competitività tra le società professionistiche più blasonate? Introduzione a cura di Luigi Melica e intervento di Alessandra Dell'Aquila*

Introduzione di Luigi Melica

La pandemia ha certamente afflitto l’industria europea. In alcuni comparti i danni subìti non solo sono evidenti, ma sono anche facilmente calcolabili: è sufficiente, infatti, parametrare i mancati ricavi a quelli ottenuti negli anni antecedenti e verificare se e quanto siano diminuite le spese “vive” sostenute annualmente.   Dal dato finale, si ricava l’ammontare che permetterebbe ad un’azienda di evitare il fallimento, o comunque per avere una ripresa senza affanni. Un’operazione molto simile può essere effettuata nello sport agonistico, dilettantistico e soprattutto professionistico. Nelle schede che seguono si analizzeranno gli aiuti erogati dai rispettivi Governi a favore delle società sportive professionistiche avuta contezza delle mancate entrate derivanti dalle restrizioni agli ingressi negli stadi o nei palazzetti dello sport, ovunque applicate a causa della pandemia. Da questo raffronto si può quindi evincere il grado di interesse ed importanza dato allo sport in un dato Paese nel presente momento storico. Non solo, ma sul fronte dello sport professionistico, emerge un altro dato, ossia che gli aiuti statali incidono anche sulla concorrenza tra le squadre europee che competono nei diversi tornei internazionali. Non è infatti azzardato affermare che quanto più un Governo sostiene una società sportiva professionistica a recuperare i mancati ricavi causati dalla pandemia, tanto più esso incide anche sulla loro competitività nei tornei europei.

Fatta questa premessa, colpiscono gli 8 miliardi di euro messi a disposizione dal Governo francese, di cui addirittura 1 miliardo stanziati per il calcio professionistico, somme a loro volta ripartite tra prestiti, tasse cancellate e somme erogate a fondo perduto. Complessivamente, il Governo francese ha compensato i mancati introiti dovuti alla limitazione degli ingressi del pubblico, addirittura sino al 70%.  Non molto inferiore è l’aiuto dato dal Governo della Confederazione svizzera nella quale, per compensare le perdite derivanti dalle restrizioni agli ingressi per gli sport di squadra a livello professionistico e semiprofessionistico, nel 2022, si sono stanziati 235 milioni di euro da erogare come prestiti e 115 milioni a fondo perduto, mentre nel 2021 erano stati stanziati 100 milioni in prestiti e 75 a fondo perduto.

Nelle pagine che seguono, Alessandra Dell’Aquila ed Ubaldo Villani offriranno un quadro esauriente sugli aiuti stanziati rispettivamente dai Governi inglese e tedesco. I dati che emergono sono davvero eloquenti e contribuiscono a chiarire al lettore l’attenzione data allo sport dai diversi Governi europei. 

 

Intervento di Alessandra Dell'Aquila * (nella foto a fine intervento) - Durante la pandemia, il Governo del Regno Unito ha supportato il mondo dello sport in maniera massiccia, attraverso una serie di misure che si sono aggiunte a quelle previste orizzontalmente sugli altri settori. Lo ha fatto attraverso uno dei suoi bracci operativi, Sport England, che al 31 marzo 2021 aveva già distribuito 270 milioni di sterline (oltre 320 milioni di euro) attraverso programmi di sostegno con target ben definiti, tra i quali:

-        Community Emergency Fund: 35 milioni di sterline per il sostegno di club e organizzazioni di comunità;

-        Tackling Inequalities Fund: 20 milioni di sterline dedicati alla lotta contro le disuguaglianze, mirando direttamente al pubblico maggiormente colpito dal COVID, comprese le persone appartenenti a minoranze etniche, con disabilità o con problemi di  salute cronici. A questo fondo si è poi aggiunto il Together Fund, con una dotazione di ulteriori 20 milioni di sterline, utilizzati con le stesse metodologie e finalità ma con l’obiettivo di superare la fase di sopravvivenza ed accompagnare le organizzazioni di comunità verso la crescita;

-        2020-21 (rinnovato fino a marzo 2022): 115 milioni di sterline destinati alla ripresa della normale operatività post-pandemia, distribuiti ai partner di Sport England;

-        50 milioni di sterline destinati ai club sportivi di base;

-        Return to Play: 21,5 milioni di sterline suddivisi in piccoli premi per aiutare i gruppi a tornare a giocare;

-        Sector partner fund: 5 milioni di sterline dedicate alle organizzazioni di tipo associativo, che svolgono un ruolo cruciale nel sostegno di club e altri organismi;

-        Community Leisure Recovery Fund: 5 milioni di sterline destinate alla riapertura delle strutture ricreative a sostegno della comunità.

 

L’intervento del governo è stato determinante anche nella gestione dei diritti di trasmissione televisiva della Premier League (EPL). Su richiesta del presidente di quest’ultima, Richard Masters, nella primavera del 2021 il governo ha concesso una dispensa speciale che ha consentito alla EPL di evitare l’ordinaria procedura per l’assegnazione dei diritti domestici di trasmissione senza violare le regole della concorrenza (Competition Act 1998). L’obiettivo era quello di ridurre al massimo l’incertezza economica, in un momento storico già sufficientemente complesso e imprevedibile.

A fronte della concessione della dispensa, la EPL si è impegnata a mantenere gli attuali contributi di solidarietà nei confronti delle leghe inferiori e del calcio femminile, anche nel caso di riduzione del valore degli introiti da diritti TV esteri. Ha inoltre aggiunto un’ulteriore somma di £100 milioni per sostenere “Good Causes”.

Tutti i club e i campionati hanno sofferto l'assenza dei tifosi e i conseguenti mancati ricavi da stadio, e anche le società più in alto nella piramide, compresa la Premier League, hanno dovuto fare i conti con riduzioni molto significative dei ricavi televisivi e commerciali. Evitare il tender per l’assegnazione dei diritti 2022-2025, procedendo invece per un rinnovo alle stesse condizioni, ha portato due vantaggi: in primo luogo, si sono anticipati i tempi, confermando le condizioni del rinnovo per il ciclo 2022-2025 già a fine campionato 2022-2021 (in condizioni normali, il tender si sarebbe svolto in questo periodo). In secondo luogo, si è evitata l’asta al ribasso, in un periodo in cui ci si aspetta una contrazione delle revenues da diritti TV tra il 10 e il 20%. Si è quindi garantita la certezza di una parte significativa di ricavi per le prossime tre stagioni, consegnando un’importante leva finanziaria ai singoli club nei confronti dei proprio creditori.

Nelle parole dello stesso Masters, <<la proposta è concepita per sostenere gli obiettivi di politica pubblica del governo, mitigando l'impatto finanziario della pandemia sul calcio inglese e le sue comunità senza ricorrere a ulteriori finanziamenti pubblici>>, e dimostra la capacità di autofinanziamento della fase di sopravvivenza e ripresa del calcio professionistico, richiesta dal Governo di Londra. 

Alessandra Dell'Aquila (nella foto sotto) - Laurea in Economia Aziendale in Bocconi Specialistica in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione in Bocconi. Post Graduate Certificate in Sports Governance