Introduzione di Luigi Melica
La pandemia ha
certamente afflitto l’industria europea. In alcuni comparti i danni subìti non
solo sono evidenti, ma sono anche facilmente calcolabili: è sufficiente,
infatti, parametrare i mancati ricavi a quelli ottenuti negli anni antecedenti e
verificare se e quanto siano diminuite le spese “vive” sostenute annualmente. Dal dato finale, si ricava l’ammontare che
permetterebbe ad un’azienda di evitare il fallimento, o comunque per avere una ripresa
senza affanni. Un’operazione molto simile può essere effettuata nello sport
agonistico, dilettantistico e soprattutto professionistico. Nelle schede che
seguono si analizzeranno gli aiuti erogati dai rispettivi Governi a favore
delle società sportive professionistiche avuta contezza delle mancate entrate derivanti
dalle restrizioni agli ingressi negli stadi o nei palazzetti dello sport, ovunque
applicate a causa della pandemia. Da questo raffronto si può quindi evincere il
grado di interesse ed importanza dato allo sport in un dato Paese
nel presente momento storico. Non solo, ma sul fronte dello sport
professionistico, emerge un altro dato, ossia che gli aiuti statali incidono anche
sulla concorrenza tra le squadre europee che competono nei diversi tornei
internazionali. Non è infatti azzardato affermare che quanto più un Governo sostiene
una società sportiva professionistica a recuperare i mancati ricavi causati
dalla pandemia, tanto più esso incide anche sulla loro competitività nei tornei
europei.
Fatta questa premessa,
colpiscono gli 8 miliardi di euro messi a disposizione dal Governo francese,
di cui addirittura 1 miliardo stanziati per il calcio professionistico, somme a
loro volta ripartite tra prestiti, tasse cancellate e somme erogate a fondo
perduto. Complessivamente, il Governo francese ha compensato i mancati introiti
dovuti alla limitazione degli ingressi del pubblico, addirittura sino al
70%. Non molto inferiore è l’aiuto dato
dal Governo della Confederazione svizzera nella quale, per compensare le perdite derivanti dalle
restrizioni agli ingressi per gli
sport di squadra a livello professionistico e semiprofessionistico, nel 2022,
si sono stanziati 235 milioni di euro da erogare come prestiti e 115 milioni a
fondo perduto, mentre nel 2021 erano stati stanziati 100 milioni in prestiti e 75 a fondo perduto.
Nelle pagine che
seguono, Alessandra Dell’Aquila ed Ubaldo Villani offriranno un quadro
esauriente sugli aiuti stanziati rispettivamente dai Governi inglese e tedesco.
I dati che emergono sono davvero eloquenti e contribuiscono a chiarire al
lettore l’attenzione data allo sport dai diversi Governi europei.
Intervento di Alessandra Dell'Aquila * (nella foto a fine intervento) - Durante la pandemia, il Governo del
Regno Unito ha supportato il mondo dello sport in maniera massiccia, attraverso
una serie di misure che si sono aggiunte a quelle previste orizzontalmente
sugli altri settori. Lo ha fatto attraverso uno dei suoi bracci operativi,
Sport England, che al 31 marzo 2021 aveva già distribuito 270 milioni di
sterline (oltre 320 milioni di euro) attraverso programmi di sostegno con
target ben definiti, tra i quali:
-
Community
Emergency Fund:
35 milioni di sterline per il sostegno di club e organizzazioni di comunità;
-
Tackling
Inequalities Fund: 20 milioni
di sterline dedicati alla lotta contro le disuguaglianze, mirando direttamente
al pubblico maggiormente colpito dal COVID, comprese le persone appartenenti a
minoranze etniche, con disabilità o con problemi di salute cronici. A questo fondo si è poi
aggiunto il Together Fund, con una dotazione di ulteriori 20 milioni di
sterline, utilizzati con le stesse metodologie e finalità ma con l’obiettivo di
superare la fase di sopravvivenza ed accompagnare le organizzazioni di comunità
verso la crescita;
-
2020-21 (rinnovato fino a marzo 2022): 115 milioni di sterline
destinati alla ripresa della normale operatività post-pandemia, distribuiti ai
partner di Sport England;
-
50
milioni di sterline destinati ai club sportivi di base;
-
Return
to Play: 21,5 milioni di
sterline suddivisi in piccoli premi per aiutare i gruppi a tornare a giocare;
-
Sector partner fund: 5 milioni di sterline
dedicate alle organizzazioni di tipo associativo, che svolgono un ruolo
cruciale nel sostegno di club e altri organismi;
-
Community Leisure Recovery Fund: 5
milioni di sterline destinate alla riapertura delle strutture ricreative a sostegno
della comunità.
L’intervento del governo è stato
determinante anche nella gestione dei diritti di trasmissione televisiva della
Premier League (EPL). Su richiesta del presidente di quest’ultima, Richard
Masters, nella primavera del 2021 il governo ha concesso una dispensa speciale che
ha consentito alla EPL di evitare l’ordinaria procedura per l’assegnazione dei
diritti domestici di trasmissione senza violare le regole della concorrenza (Competition Act 1998). L’obiettivo era
quello di ridurre al massimo l’incertezza economica, in un momento storico già
sufficientemente complesso e imprevedibile.
A fronte della concessione della
dispensa, la EPL si è impegnata a mantenere gli attuali contributi di
solidarietà nei confronti delle leghe inferiori e del calcio femminile, anche
nel caso di riduzione del valore degli introiti da diritti TV esteri. Ha
inoltre aggiunto un’ulteriore somma di £100 milioni per sostenere “Good Causes”.
Tutti i club e i campionati
hanno sofferto l'assenza dei tifosi e i conseguenti mancati ricavi da stadio, e
anche le società più in alto nella piramide, compresa la Premier League, hanno
dovuto fare i conti con riduzioni molto significative dei ricavi televisivi e
commerciali. Evitare il tender per
l’assegnazione dei diritti 2022-2025, procedendo invece per un rinnovo alle
stesse condizioni, ha portato due vantaggi: in primo luogo, si sono anticipati
i tempi, confermando le condizioni del rinnovo per il ciclo 2022-2025 già a
fine campionato 2022-2021 (in condizioni normali, il tender si sarebbe svolto in questo periodo). In secondo luogo, si è
evitata l’asta al ribasso, in un periodo in cui ci si aspetta una contrazione
delle revenues da diritti TV tra il 10 e il 20%. Si è quindi garantita la certezza
di una parte significativa di ricavi per le prossime tre stagioni, consegnando
un’importante leva finanziaria ai singoli club nei confronti dei proprio
creditori.
Nelle parole dello stesso
Masters, <<la proposta è concepita per sostenere gli obiettivi di
politica pubblica del governo, mitigando l'impatto finanziario della pandemia
sul calcio inglese e le sue comunità senza ricorrere a ulteriori finanziamenti
pubblici>>, e dimostra la capacità di autofinanziamento della fase di
sopravvivenza e ripresa del calcio professionistico, richiesta dal Governo di
Londra.
Alessandra Dell'Aquila (nella foto sotto) - Laurea in Economia Aziendale in Bocconi Specialistica in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione in Bocconi. Post Graduate Certificate in Sports Governance